Con il decreto Omnibus, il governo ha introdotto un bonus di 100 euro che è destinato ai lavoratori dipendenti. Bisogna però rispettare altri requisiti minimi per poter avere accesso al beneficio economico.
La sociologa Chiara Saraceno ha però sollevato alcuni dubbi riguardo al suddetto emendamento del decreto Omnibus.
Il bonus di Natale da 100 euro
Il governo italiano ha recentemente introdotto un bonus di Natale da 100 euro attraverso un emendamento al decreto Omnibus. Questo bonus è destinato ai lavoratori dipendenti con un reddito complessivo non superiore a 28mila euro e con il coniuge e almeno un figlio fiscalmente a carico.
Il bonus sarà erogato con la tredicesima mensilità, ma non sarà automatico: i lavoratori dovranno farne richiesta e attestare per iscritto di averne diritto. Inoltre, il bonus non concorrerà alla formazione del reddito complessivo del lavoratore, quindi i 100 euro saranno netti.
Per richiedere il bonus di Natale da 100 euro, i requisiti principali sono tre: essere un lavoratore dipendente, avere il coniuge e almeno un figlio fiscalmente a carico e avere un reddito complessivo che non superi i 28mila euro. Il bonus viene erogato con la tredicesima mensilità e non concorre alla formazione del reddito complessivo del lavoratore, quindi è netto.
I dubbi della sociologa Chiara Saraceno
La sociologa Chiara Saraceno ha sollevato però diverse criticità riguardo all’emendamento del governo al decreto Omnibus, che prevede un bonus di 100 euro una tantum per le famiglie di lavoratori con redditi compresi tra 8.500 e 28mila euro. Secondo Saraceno, il bonus presenta problemi di equità, poiché esclude le colf.
Il beneficio economico è infatti riservato soltanto ai lavoratori dipendenti. Non solo, i fondi sono destinati solo ai genitori coniugati, escludendo quindi genitori soli, separati, conviventi non sposati e coppie dello stesso sesso in unione civile.
La terza e non meno importante perplessità esposta da Chiara Saraceno, è che i genitori soli – nel caso si tratto di donne, che spesso hanno redditi più bassi – sono particolarmente penalizzati. La sociologa ha inoltre criticato l’aggiunta del requisito del matrimonio, definendolo un elemento ideologico che aumenta l’iniquità, anche se il bonus è di importo limitato e avrà un impatto minimo sulla vita dei beneficiari.